Chiudi gli occhi. Immagina le colline toscane nei dintorni di Firenze.
Ci troviamo nel comune di Reggello, frazione di Leccio.
Proprio qui, tra inaspettate sequoia giganti e un bosco di cedri, si staglia d’improvviso, come fosse il palazzo della bella addormentata allo spezzarsi dell’incantesimo, un fiabesco castello del colore della sabbia, quella rossa del deserto del Sahara: è il Castello di Sammezzano.
(source: http://www.sammezzano.org/) |
Cosa rende il Castello di Sammezzano tanto straordinario?
Una sorta di paradosso. Si tratta infatti di un gioiello d’arte orientale nel cuore della campagna toscana, una perla d’oriente a pochi chilometri da Firenze, culla del Rinascimento, nonché il più importante esempio di arte orientalista in Italia.
Visitare il Castello
Le visite, non più di una decina all’anno, devono essere prenotate attraverso il sito http://www.sammezzano.org/.
Vista la fama crescente del castello e le poche occasioni di poterlo vedere, accaparrarsi un posto è una lotta contro il tempo, una questione di pochi secondi!
Ti consigliamo di iscriverti al gruppo Facebook https://www.facebook.com/SammezzanoComitatoFpxa18132013 e farti notificare gli aggiornamenti. Il giorno di prenotazione tieni aperto il sito e sii pronto a cliccare sul form e a compilarlo alla velocità della luce. Così forse avrai qualche speranza!
L’occasione potrebbe essere una gita a Firenze, che dal Castello dista una quarantina di chilometri. Se ti serve un hotel, puoi consultare le nostre offerte per il capoluogo toscano alla nostra pagina: bit.ly/TrovaIlTuoHotelAFirenze.
Se vuoi risparmiarti la strada, puoi anche decidere di soggiornare a Reggello che, oltre al castello, offre anche altri luoghi d’interesse, come l’Abbazia benedettina di Vallombrosa, il Museo Masaccio dedicato all’arte sacra, le famose Balze del Valdarno, che iniziano proprio nel suo territorio o, decisamente un po’ meno poetrico, il The Mall, uno tra i più grandi shopping center del centro Italia.
Curiosità sul Castello
- Nel 1878 il castello ospitò Umberto I re d’Italia.
- Il suo parco presenta il più numeroso gruppo di sequoia giganti d’Italia, tra le quali la cosiddetta sequoia gemella, alta 50 metri e con una circonferenza di 8,4 metri, che fa parte dei 150 alberi considerati “di eccezionale valore ambientale o monumentale”.
- Nel 2015 è stato set cinematografico per il film di Matteo Garrone “Il racconto dei racconti”.
- Anche il video della canzone di Dolcenera Ora o mai più (Le cose cambiano) è stato girato qui.
Breve Storia del Castello
Pare che ci fosse traccia di un edificio già in epoca romana, mentre si sa per certo di una struttura presente in epoca medievale. Fu trasformato nei secoli e appartenne a varie famiglie nobili, tra cui i de’ Medici e in seguito alla famiglia spagnola Ximenes d’Aragona, a partire dal 1600 circa.
Intorno alla metà del 1800 fu Ferdinando Panciatichi Ximenes, nobile fiorentino, uomo politico colto e dai mille interessi, a ridisegnarlo facendo aggiungere nuove sale e a dargli l’aspetto attuale. Personaggio piuttosto eccentrico e originale, nonostante non fosse mai stato in Oriente, amava l’arte orientale e si prefissò di ricrearne l’atmosfera all’interno del suo castello.
Ampiamente saccheggiato durante la seconda guerra mondiale, il palazzo divenne un hotel di lusso negli anni ’70, per poi essere lasciato in stato di abbandono.
Oggi è in attesa di essere venduto all’asta, mentre si moltiplicano i movimenti per tenerlo aperto e far sì che non diventi totalmente privato, perché tutti possano godere della sua particolarità e della sua magia. Questa meraviglia dal futuro incerto sopravvive grazie all’opera del comitato FPXA (acronimo per Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona), che gestisce il castello per conto della compagnia italo-inglese che lo possiede e ne organizza le rare visite guidate (vedi sopra la sezione “Visitare il castello”).
Il Parco del Castello
Il castello è amorevolmente abbracciato da un’ampia area verde e protetto da una schiera di possenti alberi secolari, tra cui sequoia americane e querce, aceri, ginepri e lecci (che danno il nome al paese vicino).
Panciatichi era un grande appassionato di botanica, e anche il giardino circostante rispecchia l’anima curiosa e colta del suo ideatore ed emana profumo d’oriente. Il parco, infatti, oltre a numerose palme e cedri del Libano, ospita svariate piante rare ed esotiche che introducono all’atmosfera che si respira all’interno del palazzo.
Sammezzano: gli Esterni del Castello
All’esterno l’edificio presenta una doppia facciata in cui sono rappresentati il sole e la luna.
I toni sul rosso e le geometrie delle decorazioni hanno qualcosa di affascinante e misterioso che stuzzica la curiosità del visitatore e lo invoglia a entrare per scoprire cosa è racchiuso all’interno.
Gli Interni e le Sublimi Sale del Castello
Gli interni del castello si sviluppano in un susseguirsi di stanze, una più decorata e adornata dell’altra. Si dice che ce ne siano 365, come i giorni dell’anno (in realtà non è così). Il marchese ha dato libero sfogo alla sua fantasia attraverso un viaggio della mente nella cultura classica e nelle bellezze d’Oriente che ha dato vita a una visione tutta personale dell’architettura e dello stile moreschi.
Le diverse stanze a tema ti toglieranno il fiato nel loro intreccio di volte, archi e colonne, stucchi e bassorilievi con motivi geometrici e floreali, mosaici e vetrate dai colori sgargianti che riempiono ogni angolo delle sale, senza soluzione di continuità.
I tuoi occhi rimarranno inebriati dall’arcobaleno di colori della Sala d’ingresso e della Sala dei Pavoni, dai giochi geometrici della Sala Bianca, ispirata a Granada, e della Sala degli Amori, che sembra quasi un pizzo bianco finemente lavorato, dai ricchi pavimenti marmorei, dalla Sala dei Gigli, e delle Stelle, con i suoi stucchi bianchi e le vetrate variopinte, o dalla Galleria delle Stalattiti. Le stanze spesso nascondono enigmatiche scritte in italiano, latino, spagnolo, mascherate negli stucchi o di dimensioni talmente grandi da passare inosservate. “Non plus ultra”, dice una scritta bianca su campo blu, appena entrati.
Che Panciatichi si riferisse alla straordinarietà di ciò che aveva realizzato?
Insomma… Di gioielli la Toscana è piena. Tutti conosciamo le sue importanti città d’arte, il suo patrimonio culturale e i grandi personaggi che ne hanno fatto la storia, rendendola celebre in tutto il mondo. Ma essa racchiude anche alcune perle nascoste, luoghi meno noti, alcuni avvolti anche da un alone di mistero, non sempre facili da scovare.
Uno di questi è proprio il Castello di Sammezzano.